mercoledì 2 febbraio 2011

Dare retta agli economisti?

Prima di tutto, cosa è un economista?
Economista: s. m. e f. (pl. m. -i) Studioso o esperto di problemi economici.
E dagli! Restringiamo il campo.
Economia: s. f. Impiego razionale del denaro o di qualsiasi altro mezzo limitato, diretto a ottenere il massimo vantaggio col minimo sacrificio.
Economico: agg. (pl. m. -ci) Relativo all’impiego razionale dei mezzi disponibili. Così è più chiaro.
Un economista è uno che si occupa di come si sono usate le risorse.
Stabilito cosa è, e cosa fa il personaggio, proseguiamo.
Ci sono due economisti di cui voglio parlare. Uno è Steven D. Levitt e l’altro è Jan Gotlib Bloch (o Ivan Stanislavovich Bloch)

Il primo è un economista Americano laureato a Harward (con dottorato al M.I.T.) che applica in modo iconoclastico l’analisi dei dati ai fenomeni sociali . Una delle sue teorie più interessanti riguarda il declino della violenza criminale americana negli anni 90. Dagli anni ‘60 agli anni ‘90, l’incidenza della criminalità violenta negli U.S.A. era aumentata fino alla incredibile soglia del 80% per poi declinare (1). L’abbassamento dei crimini era stato così repentino e inaspettato che politici, poliziotti e criminologi non riuscirono a trovare una spiegazione esaustiva. Il sig. Levitt, dopo aver analizzato statisticamente e storicamente le varie spiegazioni addotte (aumento delle pene carcerarie, condanne capitali, diminuzione dell’uso della droga detta Crack, legislazione restrittiva sul porto d’armi, aumento generalizzato del benessere economico, aumento degli organici di polizia e metodi innovativi di indagine e di deterrenza), non trovandole totalmente soddisfacenti, puntò la propria attenzione su un campo fino a allora inesplorato.
Negli Stati Uniti, i criminali provengono in gran parte da famiglie monoparentali sotto la soglia di povertà. In altre parole, i figli di donne sole e povere, come di ragazze madri, hanno maggiori probabilità di diventare dei criminali, molte di più dei figli di coppie al disopra della soglia di povertà (il perché e il percome è un altro discorso. Questo è un assodato dato statistico)
Un altro dato di fatto è che i criminali cominciano a delinquere all’età media di 20 anni (questo non vuol dire che non possa esistere un assassino di 16 anni o meno. L’età media rilevata statisticamente per gli autori di crimini violenti è sui 20 anni).
Nel 1973 una sentenza della Corte Suprema degli U.S.A. stabilì la legalità dell’aborto, e il diritto a richiederlo nelle strutture ospedaliere di tutto il territorio americano, mentre prima solo 5 stati su 50 permettevano l’aborto legale.
La grande maggioranza di persone, che usufruirono dell’aborto legale negli anni successivi, rientravano nella tipologia prima descritta, cioè donne sole e viventi sotto la soglia di povertà. Secondo il ragionamento del Sig. Levitt, la possibilità di abortire legalmente negli Stati Uniti, sanzionata nei primi anni ‘70, ebbe come effetto collaterale il prosciugamento del bacino d’utenza della nuova leva criminale degli anni 90... e il trend prosegue tutt’ora.
Il Sig. Levitt, intendiamoci, non dice che l’aborto cura il crimine,.
Seguiamo il suo ragionamento: le leggi più restrittive, con contemporaneo aumento degli organici della polizia e della severità dei giudici, hanno diminuito la popolazione criminale attiva (i criminali sono in prigione). Se questa popolazione criminale fosse stata già in diminuzione (a causa dell’effetto collaterale della liberalizzazione dell’aborto), la quantità dei crimini sarebbe diminuita drasticamente.
La spiegazione è indubbiamente sgradevole, ma è difficile da confutare sul piano statistico. Del resto, uno studioso ha il compito di scoprire la verità delle cose, non di evitare realtà immorali.
Il Sig. Levitt continua il suo lavoro e prosegue nel cercare i fatti nascosti dietro ai numeri.

Il secondo, Bloch era un economista di successo ma non un teorico, bensì un banchiere russo di origine ebraica. Scrisse una poderosa analisi sui conflitti moderni intitolata “È ora impossibile la Guerra?”. Il libro fu pubblicato nel 1899, fu tradotto in varie lingue ed ebbe una discreta diffusione.
Quello che stupisce dopo 110 anni, è che il Sig. Bloch predisse quello che sarebbe avvenuto durante la prima guerra mondiale.
La sua visione era sostanzialmente esatta. Affermò che l’avvento della polvere da sparo infume e la riduzione del calibro dei fucili d’ordinanza (2), oltre all’aumento del rateo di fuoco, avrebbe reso impossibile lo scontro di fanterie come lo si concepiva all’epoca, cioè come due righe di fucilieri avanzanti l’una contro l’altra fino alla distanza di baionetta (3). La cavalleria sarebbe stata sterminata prima di potersi avvicinare. Predisse l’avvento della guerra in trincea, tra enormi masse immobilizzate di uomini. Disse che l’aumento di prestazioni dell’artiglieria e l’uso dei proiettili a Shrapnels avrebbero ridotto il campo di battaglia a una zona priva di vita (una No-man Land) , e che le battaglie campali si sarebbero risolte in terrificanti pareggi. Si inoltrava inoltre nelle previsioni dell’impatto che questo tipo di guerra avrebbe avuto sulla società civile, e sul pericolo di sovversione socialista (dal basso)....Insomma, alla fine del diciannovesimo secolo, quest’uomo vide molti degli inediti disastri della prima guerra mondiale.
Leggendo quello che scrisse, si rimane stupiti per l’esattezza delle previsioni. Ovviamente, mancano alcuni dettagli, tipo l’uso degli aerei e dei carri armati, o la sottovalutazione del ruolo delle ferrovie e degli automezzi nei rifornimenti, ma la sostanza c’è tutta.
Ma nonostante la descrizione precisa dello sterminio, il Sig. Bloch era tutto sommato ottimista. La sua opinione era che la tecnica aveva reso la guerra tra grandi potenze un affare terribilmente rischioso, con grandi probabilità di sovversione dell’ordine costituito a causa dei terribili costi umani e sociali. Ed egli era convinto che i governanti si sarebbero razionalmente resi conto che il gioco non valeva la candela.
Per questo, cercò di diffondere il suo messaggio alla Conferenza di Pace dell’Aja del 1899, distribuendo copie del suo libro.
Ma, evidentemente, il suo messaggio non piacque alle caste militari. Ma era diretto ai politici, e i politici dimostrarono di ignorarlo.
È addirittura ironico, dal punto di vista storico, come lo scoppio della 1° G.M., con conseguente suicidio di un intero mondo, si sia basato sulle pulsioni irrazionali dei governanti... sembrava che la GUERRA fosse inevitabile (4) , e una volta iniziata, divenne un Moloch che si auto alimentava (5) e che nessuno riusciva a fermare.
Sembra assurdo, ma la 1°G.M. Iniziò per caso. I servizi segreti austriaci lavorarono male, e non raccolsero nessuna informazione sui possibili pericoli della visita, in una zona così calda dal punto di vista politico (era stata appena annessa all’Impero dopo le guerre balcaniche). L’attentato all’Arciduca d’Austria era stato male organizzato e peggio eseguito (un attentatore tornò a casa, uno lanciò una bomba che non colpì il bersaglio, quello che colpì l’Arciduca se lo trovò davanti per caso...). L’Arciduca stesso possedeva una specie di giubbetto antiproiettile, che non indossò a causa del clima torrido. La diplomazia aveva ben lavorato in precedenza, risolvendo dei problemi molto più gravi, e la crisi causata dall’assassino del Arciduca in una piccola città di una piccola periferia dell’Impero non era poi così assoluta. L’inchiesta rilevò la mancanza di convolgimento del governo Serbo nel complotto, ma l’Impero Austriaco, cercando di riaquistare prestigio, impose un Ultimatum, al quale i Serbi cedettero sostanzialmente, ponendo delle minime condizioni per salvare la faccia. Ma gli Austriaci vollero stravincere, e rifiutarono follemente quelle piccole sfumature del dialogo. Il gioco delle alleanze fece precipitare gli Stati in una guerra in cui tutti avevano poco da guadagnare, e molto da perdere. Fallito il piano Schlieffen nel 1914, la Guerra si era già immobilizzata nelle trincee (come profetizzato dal Sig. Bloch), e il Generale Von Falkenhayn riferì al cancelliere Von Bethmann-Hollweg che dubitava della vittoria finale, consigliando l’inizio di trattative... che il cancelliere rifiutò di intraprendere, perchè temeva la lavata di capo che gli avrebbe fatto il Kaiser e perchè credeva ancora nella vittoria finale (lui ?)...
Da allora in poi, sarebbe diventata una guerra di attrito, la quale sarebbe stata vinta da chi aveva accesso a più risorse (come saggiamente scritto dal Sig. Bloch). Dall’altro lato, L’Impero Britannico avrebbe potuto non intervenire, lasciando che i continentali si massacrassero tra loro, e evitare di sperperare le vite di 950.000 soldati del Commonwealth assieme a miliardi di sterline, indebitandosi con gli Stati Uniti. Così facendo gli Stati Uniti non avrebbero avuto delle ragioni reali (economiche) per impegnarsi in un conflitto oltreoceano. Ma anche dopo lo scoppio della guerra, l’irrazionalità (da tutte le parti) continuò a imperversare. L’Italia avrebbe potuto concludere un “Accordo tra Gentiluomini” con l’Impero Austriaco, barattando i territori italiani dei Balcani con la sua neutralità... L’uso delle nuove armi, potenzialmente risolutive come i gas o i tank, fu intrapreso alla spicciolata, con esitazione, col risultato di dare al nemico il tempo di attuare delle contromisure. Le condizioni di pace studiate dai Tedeschi nel 1917 (6) contenevano delle clausole che i Britannici avrebbero accettato solo se i nemici fossero arrivati a centro metri da Downing street, e che fecero entrare in guerra il Portogallo (7)...
Alla fine della guerra, le cose non cambiarono. La Germania in toto era il capro espiatorio, non i suoi capi (8), la politica delle nazionalità era diretta contro i tedeschi e contro gli alleati italiani (9)...
É sconcertante come eventi casuali determinarono il successivo corso degli eventi. hitler poteva cadere durante la guerra, o nei combattimenti della rivoluzione tedesca, lenin rischiò di essere ucciso nel 1918 (10)....
Tutto sommato, il Sig. Bloch doveva essere un brav’uomo, molto razionale e logico, che probabilmente non poteva immaginare che delle persone irrazionali e illogiche potessero arrivare a posizioni di comando e responsabilità (11)....
.
Consiglio di leggere quello che scrisse allora il Sig. Bloch, e quello che scrive tutt’ora il Sig. Levitt...


(1) I giuristi statunitensi specificano come crimine violento l’omicidio, la violenza sessuale, la rapina, l’aggressione semplice o aggravata. Queste tipologie di crimine presuppongono la violenza come fine (omicidio) o come mezzo (rapina o aggressione). Ovviamente, sono i crimini che causano più allarme sociale. Non sono riuscito a trovare la formula della percentuale riportata.
(2) Tendenza che continua tutt’oggi.
(3) Le prime battaglie della grande guerra si svolsero effettivamente in questo modo, e le perdite furono catastrofiche.
(4) A quanto pare, tra la fine del 800 e il 1914 ci fu una produzione esagerata di romanzi su tutti gli aspetti di uno scontro tra nazioni europee. I romanzieri esprimevano quello che era un comune sentire.
(5)Questo successe anche per le singole battaglie, come Verdun, o per la prosecuzione di campagne che era impossibile vincere, come lo sbarco di Gallipoli o il bombardamento dell’Inghilterra con gli Zeppelin.
(6) Sembra che la Germania entrasse in guerra senza nemmeno sapere bene cosa voleva ottenere...
(7) Ad esempio, dopo la guerra, tutto il Centro Africa doveva diventare una colonia tedesca, inglobando il Congo belga, le colonie inglesi il Mozambico e l’Angola, allora territori Portoghesi.
(8) Non si cercò mai di perseguire in qualche modo l’Imperatore della Germania (discretamente fuggito nell’Olanda neutrale) e nemmeno i comandanti responsabili di una guerra di aggressione verso il neutrale Belgio...
(9) Il primo gesto del neonato parlamento austriaco fu la dichiarazione di volersi unire alla nuova repubblica germanica... ovviamente non gli fu permesso dalle potenze occupanti. Il principale artefice della politica delle nazionalità era il presidente Americano Wilson, membro del Klu Klux Klan, che sembrò voler trattare l’Italia con la stessa disistima che quelli come lui riservavano ai cattolici...
(10) lenin stava tornando a casa dal suo ufficio sulla Rolls-Royce fregata allo Zar, e dei banditi, attirati dalla macchina lussuosa, lo fermarono e lo alleggerirono nonostante la singola guardia del corpo. Non si sa che opinione ne ricavasse dall’agire di questi Lumpen-proletariat...
(11) hitler, ovviamente. Ma anche tutta la storia dell’Urss fino alla morte di stalin è un accavallarsi di azioni assurde.



Freakonomics di Steven D. Levitt & Stephen J. Dubner
Se la storia fosse andata diversamente di John Collings Squire
La storia fatta con i se di Robert Cowley


2 commenti:

  1. Freakonomics l'ho letto,Carino. Forse un po' frammentario, ma carino.

    RispondiElimina
  2. quello che mi ha affascinato è come levitt cerchi le spiegare le cose senza preconcetti...

    RispondiElimina