venerdì 11 febbraio 2011

I costruttori di imperi : Shaka Zulu.

segue... 
Quarta puntata della storia del Napoleone Nero


Le Migliaia.

Il periodo di sottomissione di Re Shaka a Re Dingiswayo durò un anno. Nel 1817, la guerra tra le due confederazioni si riaccese, e nella successiva battaglia Re Dingiswayo cadde prigioniero del suo nemico Zwide, che lo fece uccidere dopo tre giorni di cattività. Alcune narrazioni suggeriscono un voluto ritardo nell'arrivo sul campo da parte di Shaka, che avrebbe causato la cattura e successiva morte del Re... ma sembra che l'armata Zulu rischiò di trovarsi contro l'intero esercito Ndwandwe, con una concreta possibilità di annientamento.
Morto Dingiswayo, la confederazione Mthethwa iniziò a disgregarsi, lasciando campo libero a Shaka. Molti ex guerrieri di Dingiswayo decisero di arruolarsi sotto il suo comando, compreso l'intero reggimento Izi-cwe, portando l'esercito Zulu a cinquemila effettivi. Da questo momento, e con questi numeri, iniziò la reale organizzazione in reggimenti.
Il reggimento (ibutho) era formato in media da mille o duemila uomini, sottoposti a un comandante o colonnello (inDuna) , con un comandante in seconda e due ufficiali subordinati.
Lo ibutho era diviso in sotto unità (iviyo) da cento o cinquanta uomini in media, comandati da un capitano e da tre ufficiali di grado più basso, ricoprenti un ampio spettro di funzioni. La sotto unità, o compagnia, derivava direttamente dalla gilda dei circoncisi, e ne aveva assunto la funzione, sull'esempio di Re Dingiswayo.Ogni reggimento aveva colori e inni propri.
Non bisogna però prendere questi numeri alla lettera. Gli Zulu indicavano come Impi (armata, esercito) ogni gruppo armato di uomini con una missione specifica, fossero due iviyo o molti ibutho...
Gli stessi reggimenti avevano una consistenza numerica molto variabile.

La buona medicina.

Prima di iniziare una campagna ,l'esercito Zulu era sottoposto a dei rituali tradizionali, effettuati dagli izAngoma militari (22). La procedura iniziava con la visita dei guerrieri ai propri santuari familiari, e con l'astensione da particolari cibi, considerati debilitanti. Arrivati al cospetto del Re, iniziavano una serie di complesse operazioni magiche, dedite a rendere l’armata invincibile. Si iniziava con l'assunzione di una Muti (medicina) che induceva il vomito collettivo, considerato l’essenza del popolo in armi. In questo vomito veniva intrisa dell’erba, a posteriori intrecciata al “Inkatha yezwe ya’kwaZulu” (la corda della nazione), una fune d’erba che rappresentava fisicamente l’unità del regno Zulu (23). La seconda parte dei riti consisteva nell’uccisione a mani nude di un toro nero da parte della leva più giovane (24) (a volte qualcuno veniva ferito o ucciso in questo sacrificio), e successivamente la distruzione della sua carne in una cerimonia orgiastica (25). Durante i rituali, il Re ordinava a due reggimenti a confrontarsi di fronte a lui in una danza, invitandoli a dire che cosa avrebbero fatto nel prossimo scontro. Ogni guerriero sfidava un conoscente nell’altro reggimento dicendo “ tal dei tali, figlio del tal dei tali, se io non ucciderò più nemici di te, tu potrai prenderti mia sorella, il mio bestiame, la mia casa”. Il guerriero così interpellato rispondeva a tono (26).
Dopo l'olocausto del toro, l’intera armata si disponeva attorno al Re, il quale gli rivolgeva un discorso e spiegava le ragioni della guerra. Poco prima di partire, c’era la purificazione finale mediante la dispersione sui corpi dei guerrieri di una Muti particolare, costituita con reliquie prese al nemico.
Dopo quest’ultimo rito, l’esercito partiva, con il Re alla sua testa (27).
Oltre a questi rituali simbolici, erano forniti ai guerrieri delle pozioni erboristiche dopanti.
Gli izAngoma erano perfettamente in grado di estrarre principi attivi dalla flora a loro disposizione, e oggi gli studiosi hanno individuato tre di queste particolari sostanze. Una è la Bufanidrina (28) , estratta dal bulbo di un fiore della famiglia delle Amaryllis, la Boophane disticha. Questa sostanza, pesantemente tossica, è un allucinogeno e un lenitivo del dolore. Un'altra è il Muscimolo, che provoca stati di percezione ampliata, estratto da una variante locale dell' Amanita muscaria. L'ultima è il THC, il principio attivo della cannabis.
Tutte queste sostanze erano assunte dai guerrieri sotto lo stretto controllo degli izAngoma, in modo da evitare pericolose overdosi. In particolare, il THC era inalato sotto forma di polvere da fiuto, da prendere durante la battaglia (29) .

(22) Sembra che le fonti facciano una certa conclusione tra i ruoli dello isAngoma e dello Inyanga. Lo isAngoma , secondo le fonti, è un personaggio che riunisce le caratteristiche dello sciamano, del medico, del farmacista, del custode delle tradizioni, e dell'oracolo. Nei tempi di cui parliamo, il suo apprendistato durava sui venticinque anni, e spesso era una donna. Lo Inyanga sembra abbia dei ruoli più limitati, come medico e farmacista e naturopata, ed era una un mestiere trasmesso di padre in figlio.
(23) La “Inkatha yezwe ya’kwaZulu” era un rituale inventato da Shaka inesistente nella cultura Ngoni precedente. Gli invasori inglesi si premurarono di distruggere la “sacra corda” quando incendiarono la città dell’ultimo re Zulu indipendente.
(24) Questo rituale iniziatorio esiste tutt'ora nella cultura Zulu.
(25) I guerrieri strappavano coi denti dei pezzi di carne dai tranci cotti del toro. In teoria, non avrebbero dovuto ingoiarli, ma nessuno li sanzionava se lo facevano. I resti del toro dovevano essere completamente distrutti, in quanto erano carichi di un grande potere, dal punto di vista magico. Se il nemico fosse riuscito a mettere le mani su qualche reliquia, e a usarla per una propria Muti, l’intera campagna avrebbe potuto essere compromessa.
(26) È un metodo per aumentare la competizione tra reparti. Non ci fu mai un seguito a queste promesse.
(27) Shaka fu l’unico re Zulu a condurre personalmente le campagne del suo esercito.
(28) Italianizzazione di buphanidrine.
(29) Questo particolare tipo di cannabis isolato dagli izAngoma non aveva effetti soporiferi secondari. Esisteva anche il consumo di cannabis voluttuario.

colonna sonora: Shaka Zulu music- Shaka's Escape
continua... 


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