lunedì 14 marzo 2011

I costruttori di imperi : Shaka Zulu.

Nona puntata della storia del Napoleone Nero



Il sesso del Re. Paranoie personali e collettive.

Il potere di Shaka si estendeva al privato dei sudditi. La presenza di donne nei villaggi caserma non deve trarre in inganno. Shaka esigeva l'astinenza formale ai suoi guerrieri (e alle donne). Il settore dell'iKhanda dove risiedevano le donne del reggimento ausiliario era off limits. I guerrieri, semplicemente, non dovevano passare da quelle parti.
Se una donna del reggimento ausiliario e un guerriero venivano colti in flagrante adulterio, venivano uccisi. Se una donna del reggimento si rivelava incinta, veniva uccisa. Anche tra i civili, l'adulterio veniva punito con la morte. Sembra proprio che Shaka detestasse che i suoi guerrieri praticassero sesso... con donne, o meglio, che essi potessero vivere una normale vita familiare, cosa che Shaka non aveva mai provato.
Nel suo regno non ci fu mai una Grande Moglie, o una figura femminile equivalente. Una tradizione narra di una eterna fidanzata, Pampata, che provava per lui una devozione assoluta (50). Shaka si dichiarava orgogliosamente celibe, e non volle mai sposarla, contro le aspettative di tutti, e anche dopo aver dichiarato che “Pampata era la donna più vicina al suo cuore” dopo Nandi. La Grande Madre sembra proprio che non riuscisse in alcun modo a limitare le tendenze distruttive e egotiche del figlio, come non ci riusciva Pampata, o che non lo volesse fare. Oltre tutto, Shaka era estremamamente geloso del’affetto materno per le sorelle, e per tutta la vita temette che la madre potesse dare alla luce altri figli (51).
Obbiettivamente Shaka aveva dei fondati motivi culturali per essere sospettoso nel suo privato.
Nella cultura Ngomi esisteva la tendenza a considerare il sesso come una perdita di vigore, fisico e spirituale. Esisteva anche il concetto dell'Insila , ovvero l’idea che tutto quello che era prodotto dal corpo, unghie e secrezioni comprese, fosse connesso allo spirito del produttore, e che quindi potesse essere magicamente usato contro di lui (52). Questo utilizzo magico di parti o secrezioni del corpo è comune nelle religioni tradizionali africane, nel Vodoo (che è un loro derivato), ma anche nella stregoneria europea, e non ha nulla a che fare col cannibalismo, che pure era diffuso nel Centro Africa.
In un altro ambito, un leggenda svela come Re Dingiswayo fosse stato catturato dai suoi nemici, anche per l'effetto di un Muti prodotta con il suo sperma, raccolto da una mata hari Ndwandwe appositamente inviata da Re Zwide, il quale, dopo averlo fatto uccidere, utilizzò il grasso del povero Dingiswayo per un altro Muti che ingurgitò egli stesso.
Durante la serie di rituali magici prebellici, gli izAngoma vietavano ai guerrieri qualsiasi tipo di rapporto sessuale prima della battaglia, perché ciò avrebbe ridotto sia la loro capacità combattiva, sia perché avrebbero potuto contaminare la parte non combattente della tribù. Dopo lo scontro, i guerrieri dovevano sottostare a specifici rituali per poter tornare a essere parti produttive del clan... Il tradizionale “sula izembe” (pulire l’ascia) si era trasformato nella violenza carnale sulle donne e ragazzi della tribù sconfitta. Questo per scaricare su di loro i "cattivi spiriti" che avevano invasato i guerrieri nel combattimento. Dopo quest'atto, i guerrieri vagabondavano istupiditi attorno al villaggio per un certo tempo (53). Da notare come questa procedura sembra volesse far associare ai guerrieri il sesso con la violenza (54) e con la volontà del Re.
Come si può immaginare, la cultura tradizionale dava modo a Shaka di effettuare un efficace intromissione nella vita dei suoi sudditi. Ovviamente, c’erano dei limiti al controllo del Re. Gli storici vittoriani ripetevano all’ossessione il cliché dei negri assatanati a caccia di donne bianche... rimarcando soltanto le loro ossessioni. L’universo sessuale dei Ngomi era molto variegato, comprendendo sia pratiche eterosessuali non produttive come lo Ukuhlobonga, sia una omosessualità di tipo “greco” (cioè un rapporto persona matura con persona più giovane). Nella tradizione Zulu non esisteva disapprovazione morale o religiosa verso l’omosessualità. È facile immaginare che nei reggimenti esistessero molti rapporti di questo tipo (sia nei reggimenti maschili che in quelli femminili), sebbene discreti e non sbandierati. Sembra quindi possibile affermare che gli abitanti degli amaKhanda non soffrissero di repressione sessuale... il dominio che Shaka effettuava su di loro era di un altro tipo.
Alcuni storici hanno ipotizzato una impotenza o una tetragona omosessualità di Shaka, basandosi anche sul fatto che Shaka aveva centinaia di concubine (55), e che se una di loro partoriva o risultava incinta, veniva uccisa . Questo fatto, aldilà di un difetto fisico o tendenze particolari, può essere facilmente spiegato con la personale esperienza di Shaka , il quale, dopo aver passato una vita a odiare il padre, poteva solo immaginare che i suoi eventuali figli lo avrebbero odiato come lui aveva fatto col suo...
Per quanto riguarda la sua immagine pubblica, Shaka aveva escogitato un particolare rito mattutino:
Egli faceva il bagno in piena vista di un pubblico di sudditi, maschi e femmine. Dopo il lavaggio, e sempre in vista, i suoi attendenti gli sfregavano il corpo con una mistura di ocra rossa e grasso di coda di pecora. Successivamente, Shaka era da loro vestito e si dedicava ai doveri della giornata.
Questo era evidentemente un modo per dimostrare ai sudditi che egli non aveva nulla che non funzionasse (56), oltre a essere una efficace propaganda visiva (57). Inoltre il Re era un bravo ballerino, partecipava alle danze collettive dei suoi guerrieri,e molte volte comandava direttamente le campagne militari, correndo con i suoi reggimenti. Un episodio emblematico sulla visione di sè di Shaka è narrato dai primi viaggiatori inglesi che giunsero al suo cospetto. Essi arrivarono nello Zululand nel 1824, e in quel periodo i capelli del Re si erano incanutiti. Tra i regali portati dagli inglesi c'era una tintura per i capelli. Gli venne offerta, la volle provare, e la fece usare anche alla madre (58). Da quel momento in poi, richiese una fornitura continua di quella portentosa medicina ringiovanente.

(50) Incredibilmente, sembra un rapporto simile a quello di Eva Braun con hitler. Pampata era una amica e coetanea delle sorelle di Shaka e visse sempre al suo fianco, ma lui non la volle mai sposare.
(51) Le fonti non parlano mai della presenza di uomini vicini a Nandi durante il regno del figlio.
(52) Le cerimonie militari preparatorie si basano evidentemente su questo presupposto culturale.
(53) Come molte cose del regno di Shaka, anche questa è un adattamento di pratiche precedenti.
(54) Nelle ultime guerre balcaniche, è stato riportato da fonti giornalistiche che la visione obbligatoria di film pornografici era parte dell'addestramento delle milizie. Inoltre, è ben nota la pratica delle stupro etnico. Come si può vedere, nulla di nuovo sotto il sole.
(55) Il quartiere delle concubine, nella capitale di Shaka, era il luogo più sorvegliato del regno. Queste giovani donne erano ambiti doni del Re ai governatori o a altri importanti personaggi.
(56) E che quindi la sua continenza era voluta e non imposta da sue limitazioni.
(57) Come nell'Italia fascista, quando il regime si identificava nella corporeità di Mussolini.
(58) Quelli della madre, ovviamente, si erano imbiancati prima.

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