lunedì 7 maggio 2012

Femministe consapevoli. Le soldatesse del Governo Provvisorio. (prima parte)


Nella mia ricerca di eventi nascosti nelle pieghe della storia, mi sono imbattuto in un fenomeno molto interessante e, a mio modo di vedere, molto progressista, ovvero i Battaglioni della Morte femminili (Zhenskii batal'on smerti) della Repubblica Russa




I Battaglioni Femminili furono un curioso derivato della Rivoluzione di Febbraio.
Dopo la Rivoluzione e l'abdicazione dello Zar, il governo provvisorio dichiarò l'uguaglianza di diritti e doveri di tutti i cittadini dell'ex Impero Zarista, senza distinzione tra censo, nazionalità, religione, e sesso. Fra le altre cose, il governo iniziò subito uno studio di fattibilità sull'arruolamento di una Armata del lavoro femminile (come era accaduto in Gran Bretagna) e con l'ordine di precettazione per i medici donna sotto i 45 anni di età.
I proclami governativi furono visti da molte giovani donne come un suggerimento a arruolarsi nell'esercito, in quanto:

A) Il servire la Patria in armi veniva considerato come il massimo compimento della cittadinanza.
B) Dato che il governo provvisorio era il garante di questi diritti da poco acquisiti, difendere il governo attuale voleva dire anche difendere i diritti (1).

In realtà, un certo numero di donne erano state inserite “ufficiosamente” nei ranghi dell'Esercito Zarista già prima della Grande Guerra. Un esempio tra tutte, Olga Jehlweiser , che aveva combattuto in Manciuria nel 1905 sotto il comando del Generale Rennenkampf, ed era in prima linea dal 1914.
Durante il conflitto mondiale, la maggioranza di queste combattenti ufficiali era inserita nei Cosacchi (cavalleria) o nei reparti siberiani (2). Un certo numero di esse erano in qualche modo collegate all'ambiente militare, come mogli di soldati o figlie di militari di carriera. Alcune avevano inviato delle petizioni direttamente all'Imperatore Nicola II°, nelle quali chiedevano di potersi arruolare nell'esercito “per difendere la Patria” e, a volte gli era accordato il permesso. Inoltre, nell'esercito zarista, il comandante era ancora considerato “il padrone” della sua unità ed egli poteva decidere di arruolare chi voleva (3), anche a causa della mancanza di norme di reclutamento standard.
Altre ancora si arruolarono fingendo di essere uomini, approfittando della superficialità o della assenza di esami medici. Tra queste, alcune si dimostrarono così valorose da ricevere decorazioni, come Olga Krasilnikoff , decorata con la Croce di San Giorgio di quarta classe. La signorina in questione venne riconosciuta come tale solo quando fu ricoverata in ospedale per ferite di guerra. Inutile dire che casi come questi (comuni a tutti gli eserciti) sono venuti alla luce esclusivamente perché le responsabili furono scoperte.
I dati sulle donne arruolate prima della Rivoluzione di Febbraio sono quindi piuttosto imprecisi... la quantità doveva aggirarsi sui quattrocento effettivi, e non esistevano reparti femminili specifici. Le singole soldatesse erano disperse tra gli uomini. Sembra che questa gino-bellicosità fosse limitata alle popolazioni slave. Molti casi di donne combattenti si verificarono sia tra i Serbi (slavi del sud), sia tra i loro avversari Austro-Ungarici, ma tra gli Imperiali i casi erano concentrati nella legione polacca, o nei corpi volontari ucraini, cioè sempre in milizie appartenenti a minoranze di etnia slava. A prescindere, appare evidente che nel solo esercito Russo ci fossero più donne in ruoli di combattimento che in tutti quelli delle altre nazioni belligeranti.
Una spiegazione al fenomeno può essere questa: La Russia, nonostante il suo sviluppo economico della fine del 1800, rimaneva sempre un paese rurale arretrato, la cui maggior parte della popolazione era da relativamente poco uscita da una condizione di servitù della gleba (4). Questo non aveva portato a una differenziazione dei ruoli a base sessuale come in Europa... i contadini, maschi e femmine, faticavano tutti allo stesso modo, e non esisteva una così enorme differenza di forza fisica tra i due generi, e, soprattutto, gli uomini slavi non avevano ossessioni moralistiche di stampo vittoriano (ad esempio, all'inizio della guerra, le donne andarono a lavorare in fabbrica al posto degli uomini, senza bisogno di essere incoraggiate dal governo). Se al comune sentire (molto meno sessista delle media europea), aggiungiamo il lassismo e la faciloneria dell'amministrazione militare, è facile intuire come delle giovani donne potessero entrare nei ranghi dell'esercito, semplicemente cambiando nome e vestiti (5).

Tanto per rassicurare le così dette femministe moderne e/o i maschi timorosi, le combattenti furono sempre una piccolissima minoranza fra tutte le donne russe coinvolte nello sforzo bellico del primo conflitto mondiale.

Nelle forze armate russe, l'incapacità dei comandanti, l'andamento della guerra, la diffusione di idee anarchiche e disfattiste, avevano fatto entrare l'esercito in una grave crisi morale, che era stata una delle cause della Rivoluzione (6).
Il presidente della Duma Mikhail Rodzianko (7), da un un viaggio sul fronte occidentale, riportò con sé a San Pietroburgo una delle più note combattenti russe, Marija Leontevna Bochkareva (soprannominata “Yashka”) per farla partecipare a una campagna propagandistica. Ella era indubbiamente un personaggio interessante. Nata nel 1889 in una famiglia poverissima, iniziò a lavorare all'età di 8 anni. Sposata a un alcolizzato, lo abbandonò per seguire un deportato politico in Siberia. Però, anche questo uomo la maltrattò. A quanto pare, finì per abbandonarlo e continuò una vita piuttosto travagliata, sempre in Siberia. Allo scoppio della Grande Guerra, indirizzò allo Zar una serie di richieste di arruolamento e fu accontentata nel 1915. Guidò il suo reparto al contrattacco dopo la morte di tutti gli ufficiali, fu promossa sergente, si guadagnò una serie di Croci di San Giorgio.Venne ferita due volte, l'ultima alla spina dorsale. Rimase paralizzata per un certo tempo, poi riacquistò miracolosamente la motilità. Fu molto apprezzata per il suo coraggio da tutti i soldati con cui combatté. Durante i cicli di conferenze, Yashka promosse la costituzione di un gruppo di combattenti volontarie, sulla falsariga dei reparti d'assalto con cui il comando sperava di risollevare il declinante spirito combattivo dell'Armata Russa. Queste erano alcune delle sue parole:

(il reparto) Serviva come esempio all'esercito e avrebbe portato gli uomini alla battaglia.
...
Quello che sarebbe stato importante era far vergognare gli uomini.... poche donne in un luogo sarebbero servite come esempio per l'intero fronte.
Se gli uomini si rifiutano di combattere per il loro paese, noi mostreremo loro ciò che le donne possono fare!"

Marija Leontevna Bochkareva detta “Yashka” 

L'idea di Marija Leontevna incontrò subito il favore dei politici , e anche, e questo può sembrare strano, quello del comandante in capo Generale Brusilov. Evidentemente, sia i politici che i militari del Governo Provvisorio erano effettivamente dei progressisti.
Ricevuta l'autorizzazione dai superiori, la Bochkareva cominciò a promuovere la formazione del “suo” Battaglione, che sarebbe stato acquartierato a San Pietroburgo. I giornali diffusero la notizia e pubblicarono l'indirizzo a cui inviare le richieste di arruolamento.
Durante il Congresso Panrusso femminile (8) al Palazzo Tauride, fu proclamato questo annuncio:
Cittadine! In questa terribile ora, quando le nubi oscure dell'anarchia, della sconfitta e del collasso economico stanno accumulandosi sopra la nostra Madrepatria, quando la morte è predetta per Lei, noi,  cittadine donne con con eguali diritti, siamo obbligate a alzare le nostre voci, siamo obbligate a unire e a tendere ogni nerbo per andare avanti... La grave responsabilità e il dovere civico chiamano le donne di Russia a supportare l'unità del nostro esercito, per rafforzare il declinante spirito delle truppe, entrando nei loro ranghi come volontarie, per trasformare lo stagnante, passivo fronte in un fronte attivo e aggressivo.
Fu anche resa pubblica la seguente lista di regole ai quali le volontarie avrebbero sottostato:
1. L'onore, la libertà e il benessere della Patria in primo piano;
2. Disciplina Ferrea;
3. La durezza e fermezza di spirito e fede;
4. Coraggio e coraggio;
5. L'accuratezza, la precisione, la perseveranza e velocità di esecuzione degli ordini;
6. L'integrità impeccabile e un atteggiamento serio nel servizio;
7. Allegria, cortesia, gentilezza, cordialità, la pulizia e la pulizia;
8. Rispetto delle opinioni altrui, la fiducia completa l'una con l'altra, che lottano per la nobiltà;
9. Litigi e recriminazioni personali non sono ammesse, in quanto degradanti per la dignità umana.
Come risposta immediata, in poco tempo più di 2000 donne inviarono richieste di arruolamento, eccedendo di molto la quantità stimata inizialmente. Quando la notizia si diffuse nel paese, molte altre donne si presentarono alle autorità militari chiedendo di essere arruolate. Vista la disponibilità il comando decise di organizzare diversi reparti:
Un Battaglione femminile della Morte a San Pietroburgo,comandato da Yashka.
Un Battaglione femminile della Morte a Mosca.
 Un battaglione del Kuban. 
 Un gruppo di fanteria di marina a Oraniebaum.
 Un battaglione di cavalleria a San Pietroburgo. 
 Un reparto di guardie volontarie a Minsk 
 Più altri reparti minori in varie città (9) per un totale di circa 6.500 volontarie.                                                                             Il progetto del governo era di formare anche reparti di guarnigione per rendere disponibili più uomini per il fronte (10). Sembra ci fosse anche l'idea di addestrare un un equipaggio femminile per una nave da guerra (11). Le organizzazioni femminili patriottiche premevano per far entrare donne nei reparti automobilistici e aviatori (12).                                L'appello della Bochkareva era stato lanciato in Maggio, e il comando voleva utilizzare il reparto femminile nella futura offensiva estiva. Quindi l'addestramento e l'inquadramento proseguirono speditamente. In poco tempo, le soldatesse divennero una vista comune nelle strade di San Pietroburgo e di Mosca. Nell'ambiente militare e in quello civile sembra non mancasse una certa propensione a considerare questi reparti d'assalto come della vittime sacrificali... convinzione condivisa anche dalle volontarie stesse. Una parte del giuramento declamava “La mia morte per la Madre Patria e per la libertà della Russia è felicità” e tutte portavano sulla manica destra una fascetta con una testa di Adamo (13) e tibie incrociate a indicare lo loro dedizione (14).  
A quanto pare, la società civile era perfettamente in grado di reggere e apprezzare una innovazione del genere. I giornali le esaltavano come “valenti eroine” (doblestnye geroiny). I programmi governativi sui battaglioni femminili non prevedevano differenze di paga tra i loro e i reparti d'assalto maschili, e entrambi i sessi avrebbero goduto dei privilegi dei veterani dopo la guerra. Si prevedeva la formazione di ufficialesse per sostituire gli uomini, e tutto il personale di supporto e i sottufficiali sarebbero stati di sesso femminile. Allo stesso tempo, le volontarie avrebbero potuto eleggere dei propri rappresentanti, come già esisteva nei reparti regolari. Nel battaglione della Bochkareva non ci furono però rappresentanti sindacali, in quanto lei li collegava a ragione con il rilassamento morale dell'esercito. Sembra che per questo motivo in particolare, e per una sua certa insofferenza agli ordini del ministero, entrò in urto con il ministro Kerensky che minacciò di toglierle il comando. Questo causò una specie di secessione tra le Amazzoni. Una parte delle soldatesse dichiarò che volevano essere guidate solo da Yashka. Mentre l'altra parte avrebbe voluto i comitati. Così il battaglione della morte di San Pietroburgo si scisse in due, un reparto guidato da Yashka destinato immediatamente al fronte, e un altro che ebbe un addestramento più prolungato (in tutto, sembra 1800 volontarie) . Comunque, Marija Leontevna poté scegliere quelle che considerava le più adatte per il “suo” battaglione.

Note: 
(1) Dai nemici esterni. Come si vedrà successivamente, la possibilità di avere dei nemici interni non fu considerata 
(2) Alcune di queste donne raggiunsero posizioni di comando. Tradizionalmente, le mogli e le vedove degli Ataman (capi) cosacchi avevano responsabilità di comando sulle orde. D'altra parte, verso la fine del 1800 la Siberia ebbe un'espansione economica e culturale simile a quella del West americano, con conseguente sviluppo di mentalità da Frontiera.
(3) Probabilmente da questo deriva la storia di una particolare tradizione dell'esercito zarista, consistente nell'accettare una donna valorosa nella compagnia e di lasciarla partecipare agli scontri.
(4) L'emancipazione dei contadini fu proclamata nel 1861, e bisogna ricordarsi che i servi, tra loro, sono tutti uguali.
(5) In almeno un caso, i soldati procurarono delle divise alle giovani donne che volevano combattere e le tennero con loro.
(6) Durante la 1° G.M., tutti gli eserciti con alle spalle un lungo impegno in trincea, ebbero delle crisi del genere, dovute a ragioni identiche. Un evento di questo tipo costrinse il comando tedesco a arrendersi nel 1918, mentre, in teoria, la Germania avrebbe potuto continuare la guerra fino al 1919. 
(7) Il Parlamento russo.
(8) Indica un congresso in cui ci sono rappresentanti provenienti da ogni parte del territorio ex zarista, anche di etnia non russa.                                                                                                                                                                                   (9) Poltava, Ekaterinburg, Tashkent, Baku, Viatka, Mogilev, Perm, Mariupol, Odessa, Kiev, Saratov, e Ekaterinodar.   (10) Oltre a promuovere l'arruolamento volontario dei maschi. L'esercito Russo era un esercito di leva, aborrito da tutti quelli che potevano evitarlo.                                                                                                                                                            (11) La Marina fece proprio il concetto dei volontari della Morte con l'incrociatore “Ammiraglio Makarov” e la cannoniera “Coraggiosa”. In pratica, l'equipaggio della nave dichiarava che la propria nave era diventata una “Nave della Morte” e che si consideravano tutti volontari. Gli equipaggi dei due bastimenti in questione mantennero la loro promessa, e furono perennemente in azione fino al colpo di stato Bolscevico. Quindi , la nave delle donne sarebbe stata la terza “Nave della Morte”.                                                                                                                                                    (12) Già all'inizio della guerra due aviatrici, la Principessa Sophie Alexandrovna Dolgorunaya e la Principessa Eugenie Shakhovskaya, avevano effettuato azioni di ricognizione sul suolo nemico.                                                                                (13) Così i russi chiamano la testa di morto.                                                                                                                                   (14) Alcune fonti affermano che le volontarie portavano su di sé una fiala di acido cianidrico, per non farsi prendere prigioniere dal nemico... ad opinione dello scrivente, questo è un mito, in quanto non si parla quasi mai di suicidi tra queste donne-soldato, e difficilmente le autorità religiose avrebbero approvato una cosa del genere.


SEGUE...

3 commenti:

  1. bel, bel, post, chissa cosa direbbe Yashka di quelle di "se non ora quando"...

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  2. nella migliore delle ipotesi, gli avrebbe sfasciato il muso. nella peggiore, gli sparava direttamente...
    altre donne, vecchio mio!

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