mercoledì 31 ottobre 2012

tel'njaška

Ecco un altro universo narrativo, ancora in fase di elaborazione.



Il soldato camminava piano nel passaggio buio. L'aria nel vagone era densa di vecchio fumo di sigaretta, odore di corpi e vestiti poco lavati, tanfo di stivali messi a asciugare. Attorno a lui, il russare di chi dormiva sovrastava quasi lo sferragliare del treno.
Arrivato a un certo punto, accese un fiammifero e tirò una tendina. Guardò dentro alla cuccetta, poi soffiò sulla fiamma spegnendola. Fissò il Fedorov alla rastrelliera, e cominciò a spogliarsi. Si sfibbiò l'elmetto, si tolse le bandoliere, che ammucchiò nel copricapo metallico, allentò il cinturone e levò la corazzetta, si tolse il camisaccio blu e la tel'njaška . Cavò gli alti stivali e si sfilò le braghe. Nella penombra, le sue forme erano stranamente morbide. Mise tutte le sue cose in uno stipetto li vicino. Tirò di nuovo la tendina. L'occupante della cuccetta dormiva della grossa.
La figura sussurrò:” Spostati culone! Fammi spazio!” L'occupante aprì gli occhi “...Che minchia … succede...” borbottò semi addormentato. L'altro si sdraiò accanto senza badargli.
mmff... sei Fekla?” “Conosci qualcun'altra che verrebbe a dormire con te?”
Un grugnito fece da risposta. L'uomo semi addormentato le strinse un seno con la mano, e gli cercò le labbra. La donna rispose al bacio.
Adesso io sono stanca, e tu stai dormendo. Pensiamoci dopo”
mmff.. perchè si dorme assieme, se niente fichi fichi ughi ughi?... sei cattiva...”
Ssst! Dormi!” rise la ragazza, raccogliendosi nelle braccia dell'uomo.
.
L'uomo si svegliò con il solito alzabandiera mattutino. Il corpo della donna lo spingeva verso la parete del piccolo vano. Diede un'occhiata al quadrante fosforescente dell'orologio appeso. Mancava mezz'ora a quando si sarebbe dovuto alzare. Mezz'ora, ottimo! Fekla era lì, il pacchetto di gommoni anche, si poteva espletare. Tolse le lunghe mutande di lana alla ragazza, inguantò il ferro del mestiere, e iniziò a sondare territori conosciuti, ma sempre attraenti. Fekla aprì un occhio e fissò con aria dubbiosa la sagoma oscura che la sovrastava.
Chi è?” sussurrò con tono di chi risponde al campanello della porta.
Sono me!” rispose ringalluzzito l'uomo.
Te, chi?” gli fece il verso la ragazza, mentre lo abbracciava.
Quel pistola che ti sei sposato, scema!”
Ahh... hhh... che fesso che sei stato!” e gli schiaffò la lingua in bocca.
Il tremolio del treno li aiutava non poco a giungere a una soluzione condivisa e soddisfacente. Al momento topico, la donna lo strinse tra le gambe e inarcò la schiena. L'uomo stava producendosi in una discreta imitazione di vaporiera, mentre la donna gemeva sommessamente. Si rilassarono, l'uomo sembrando ancora di più una locomotiva quando scarica la pressione.
La ragazza sentì che appoggiava la guancia pungente alla sua, e sorrise appagata. Era così difficile trovare felicità in quella vita!
Lui non era immerso in pensieri così aulici... si limitava a respirare l'odore della sua donna, e con la mano gli accarezzò la testa rasata. Fekla gli baciò le dita.“è cosi buio qua dentro...” osservò “Come facevi a essere sicuro che ero io?”
La puzza dei tuoi calzettoni è inconfondibile”
eehh?? brutto schifoso ...” e cominciarono a lottare.
I tonfi del loro combattimento scherzoso svegliarono i vicini più del rumore del coito precedente.
Si sentirono dei mugugni.
Basta, cazzo! Piantatela!” Stridette una voce femminile.
L'uomo e la donna si fermarono. Ridacchiarono con le bocche vicinissime, mentre i loro respiri si mischiavano. L'uomo sguantò il pezzo e chiuse la patta delle mutande.
Devo prepararmi, Fe'”
si, Tesoro”. E la ragazza si spostò verso la parete.
L'uomo scese dal cubicolo e cominciò al contrario l'operazione fatta ore prima dalla soldatessa.
Invece dell'elmetto (che fissò alla cinta), si mise in testa un berretto da marinaio.
La sua donna lo fissava dalla tendina alzata. Gli porse l'orologio da taschino con le cifre lucenti.
grazie Fe'”
Prego” rispose la ragazza e lo prese per il collo, attirandolo a sé. Le bocche si unirono in un bacio lunghissimo... c'era ancora un po' di tempo.

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